Il Brasile continua a mantenere una posizione di spicco nell’industria del vino, soprattutto in termini di consumo di vino. I numeri sono in crescita, soprattutto grazie alle nuove generazioni.
Le vendite al dettaglio di vino brasiliano durante quest’anno ammontano a circa 4 miliardi di dollari; un aumento del 6,5% dal 2016 ad oggi. Un trend positivo che potrebbe raggiungere i 5,2 miliardi di dollari entro il 2026. A guidare lo sviluppo è un aumento significativo del numero di consumatori affermati di vino, che è quasi raddoppiato nell’ultimo decennio; si tratta di circa 36 milioni di fruitori e altri 30 milioni di consumatori occasionali.
All’aumento della platea si aggiunge un aumento dei consumi, in controtendenza durante la pandemia e con il resto del mondo. I consumi mondiali sono diminuiti del 6,5%, in Brasile, invece, si è assistita ad una crescita che si attesta intorno al 28%. Si consumava di più in casa, ma il motore trainante è stato anche l’e-commerce, che è letteralmente esploso. Il consumo medio pro capite è passato da circa 2 litri a 2,78 litri nel 2022.
Il vino preferito dai brasiliani è il rosso, che rappresenta l’80% del mercato, ma in crescita anche il consumo di vino bianco e il rosé, anche se il futuro appartiene agli spumanti. Il Brasile è un mercato importante, ma soprattutto in crescita, un dato importante per i brasiliani dal lato della produzione locale, ma soprattutto per le importazioni, che hanno registrato un aumento del 10% (+28% negli ultimi tre anni). Le previsioni mostrano che le importazioni raggiungeranno i 550 milioni di euro entro il 2026. Nota dolente da considerare è senza dubbio l’alta tassazione e il basso potere d’acquisto.
I maggiori esportatori verso il Brasile sono Cile e Argentina, che crescono del 17%, raggiungendo i 72 milioni. Non a caso il Brasile è studiato come caso di export di prossimità, con Cile e Argentina in testa. Segue il Portogallo con 67 milioni di euro (12%). Francia e Italia chiudono entrambe con una quota di mercato di circa l’8%. Infine Spagna e Stati Uniti. Rispetto al resto del mondo, la distribuzione del canale Ho.Re.Ca è bassa, occupando solo il 16% della vendita totale; gli altri mercati si avvicinano o addirittura superano il 40%.
Un elemento di criticità per il vino italiano e che vende molto bene all’estero nel settore alimentare, soprattutto se si tratta di vino italiano. Supermercati, enoteche e e-commerce sono i principali canali di commercializzazione di cui si deve tener conto quando si decide di esportare in questo paese. Il Brasile è sicuramente un mercato in crescita, con l’Italia che figura come paese comprimario. Nonostante le quote di mercato relativamente basse, c’è sicuramente ampio margine di crescita.