Export USA? Ecco cosa cambia con l’introduzione dei nuovi dazi

Apr 7, 2025 | Informazioni

Dal 5 aprile 2025, cambia lo scenario per chi esporta negli Stati Uniti. Con un nuovo ordine esecutivo firmato dall’amministrazione Trump, sono stati introdotti nuovi dazi sulle importazioni, che coinvolgono praticamente tutti i Paesi – e in modo ancora più marcato l’Unione Europea, quindi anche l’Italia.

Cosa succede esattamente?

L’ordine esecutivo 14256 – dal titolo piuttosto eloquente: “Regolamentazione delle Importazioni con Dazi Reciproci per Correggere le Pratiche Commerciali…” – prevede due scaglioni di entrata in vigore:

  • Dal 5 aprile, scatta un dazio del 10% su tutte le importazioni negli USA.
  • Dal 9 aprile, per i prodotti provenienti dall’Unione Europea, si applica un ulteriore dazio del 10%. In pratica, i beni UE si troveranno a dover scontare un dazio totale del 20%.

Si sommano ai dazi già in vigore?

Sì. Le nuove tariffe non sostituiscono quelle esistenti: si aggiungono. Questo significa che, ad esempio, se un tuo prodotto era già soggetto a un dazio del 5%, ora rischia di arrivare al 25% o più. È quindi fondamentale verificare caso per caso, magari con il supporto di spedizionieri, consulenti doganali o direttamente con le autorità doganali USA.

Ci sono esenzioni?

Fortunatamente sì. Alcuni settori non rientrano (almeno per ora) nelle nuove aliquote. Tra questi:

  • Il settore automobilistico (e diversi componenti);
  • prodotti farmaceutici;
  • Il rame e i semiconduttori;
  • Alcuni pezzi e componenti usati in ambito aerospaziale e difesa;
  • Alcune materie prime e terre rare;
  • E diversi prodotti in legno.

Se hai dubbi, c’è un elenco dettagliato di tutte le categorie esenti nell’Allegato II dell’Ordine Esecutivo, disponibile sul sito della Casa Bianca.

E per i prodotti “strategici”?

Alcune categorie particolari continuano a essere soggette a dazi differenziati:

  • L’acciaio e l’alluminio, ad esempio, restano con dazi rispettivamente al 25% e 10%.
  • Alcuni semilavorati tecnologici avranno dazi variabili, tra il 10 e il 15%, a seconda della loro rilevanza per la sicurezza nazionale USA.
  • Altri prodotti strategici potrebbero essere soggetti a dazi temporanei o rivisti in aumento.

Cosa dovrebbero fare ora le aziende italiane?

Se esporti verso gli Stati Uniti, è il momento di fare qualche verifica:

  1. Controlla il codice doganale (HS code) dei tuoi prodotti per capire se rientrano nei dazi.
  2. Rivedi gli accordi Incoterms: chi si accolla il dazio, tu o il cliente?
  3. Parla con spedizionieri e consulenti doganali per assicurarti che tutta la documentazione sia in regola.
  4. Tieniti aggiornato: potrebbero esserci esenzioni future, soprattutto per prodotti difficili da reperire sul mercato interno USA.

Per tenere sotto controllo l’evoluzione della situazione, il sito ufficiale della United States International Trade Commission è sempre aggiornato con l’Harmonized Tariff Schedule.

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