Secondo le previsioni dell’Osservatorio Assoenologi, Ismea e Unione Italiana Vini, la produzione italiana di vino si attesterà, per il 2022, intorno ai 50,27 milioni di ettolitri di vino, con un aumento del +3% rispetto alla media del quinquennio.
La vendemmia 2022 ha garantito all’Italia il primato dal lato della produzione. Dal lato del fatturato, però, il primato resta alla Francia che ha ottenuto una redditività tripla per ogni ettaro coltivato, pari a 16.600 euro contro 6 mila per ogni ettolitro prodotto, pari a 294 contro 82 euro.
Secondo le ultime elaborazioni ISTAT, l’Italia, sul fronte del mercato, ha chiuso il primo semestre con un valore record di 3,8 miliardi di euro, ovvero il 13,5% in più rispetto allo stesso periodo del 2021, mentre l’andamento del volume delle esportazioni rimane stabile. Il prezzo medio, a causa dell’inflazione, aumenta del 13,1% con punte del 18% negli Stati Uniti: il risultato è che sul principale mercato di esportazione italiana la crescita in valore è del 13,3%, ma i volumi sono in calo del 3,8%.
Il Veneto è ancora la prima regione italiana per produzione di vino e, nonostante il calo del 3%, produce da solo oltre un quinto del vino italiano con 11,5 milioni di ettolitri. Seguono Puglia ed Emilia-Romagna, con 10,6 e 7,4 milioni di ettolitri, mentre il calo più significativo si registra in Lombardia (-20%), seguito da quello più moderato in Piemonte (-9%); la Sardegna (+15%) è la regione che, rispetto al 2021, vede aumentare la produzione, seguita dal +12% registrato in Toscana.
L’aumento dei costi peserà sicuramente sulla vendemmia: secondo Coldiretti la media degli aumenti è intorno al 35%. Si registra un aumento del +170% dei concimi, +129% per il gasolio, +50% del vetro per le bottiglie e +40% dei tappi. I rincari riguardano anche i macchinari, in particolare quelli in acciaio prevalenti nelle cantine, cosi come i trasporti: i costi di quelli su gomma sono aumentati del 25%, ma quelli dei container e dei noli marittimi sono saliti di molto, fino a registrare un aumento compreso tra il 400% e il 1000%.
Secondo l’associazione degli imprenditori europei del vino Ceev, in Europa i vigneti non hanno tenuti tutti allo stesso modo. In Francia, con 44 milioni di ettolitri, si registra un aumento del 3,5% sulla media dell’ultimo quinquennio, mentre in Spagna, a causa del caldo eccessivo, si prevede una contrazione del 16%. I cambiamenti climatici hanno causato una riduzione della produzione anche nell’emisfero Sud, con una diminuzione nella raccolta di uve in Argentina (-10,4%), Australia (-13,3%), Cile (-7,5%), Nuova Zelanda (-29,5%) e Sudafrica. Tutti i principali competitor delle bottiglie italiane sui mercati internazionali.